martedì 29 giugno 2010

Demi Moore & Michelle Pfeiffer (de noantri)

Il fascino italiano non ha confini e varca barriere geografiche socio-culturali.

Le due Pea in questo hanno assunto il gravoso onere di educare il popolo ammerrigano, tentando di far nascere anche un qui una piccola gemma di senso dell'estetica e capacità di abbinare i vestiti.

Naturalmente questo sforzo non poteva che essere notato.

Le due Pea si trovavano alla fermata del 30 su University st., in attesa del bus per tornare a casa, chiacchierando tranquillamente, quando uno strano soggetto di mezza età (e qui gli strani soggetti abbondano) le ha salutate dicendo con marcato accento ammerrigano "aaaaah, italiano!". Le due Pea erano sulle prime un pò preoccupate - oddio un pazzo stupratore - ma sono bastate poche parole del tipo in questione per capire che la loro virtù era salva, in quanto l'allegro personaggio, più che allegro era palesemente gayo.
Ovviamente quando il richiamo dell'Italia chiama, amico gayo non può che rispondere, mettendoci a conoscenza dell'esistenza di una comunità italiana a Seattle (dove non si è capito), illustrandoci tutta la sua conoscenza dell'Italia (spaghetti, pizza, mandolino, Andrea Bocelli), augurandoci di non fare la fine di Amanda Knox (idolo locale) e parlando di Sophia Loren come il prototipo della bellezza italiana (invidia?).

E naturalmente tutta questa profonda conoscenza delle italiche bellezze non poteva che portare l'amico gayo a definire le due Pea come la Demi Moore e la Michelle Pfeiffer italiane.

Era ora che qualcuno se ne accorgesse.

domenica 27 giugno 2010

Do you know there is a Gay Parade today in Downtown?


(live from Starbucks, 400 Pine St., Seattle, WA 98101)

Oggi giornata tranquilla, abbiamo appuntamento con Graziella, il mio contatto a Seattle, che ci ha invitato a pranzare con lei.
L'appuntamento è per le 11.30 a Downtown, il centro di Seattle praticamente, e da casa nostra c'è un autobus che ci porta direttamente lì, il 16.
Arrivate alla fermata dell'autobus, prendiamo in mano la mappa per capire bene dove scendere (a Seattle le fermate non sono indicate, devi arrivarci a senso), e attendiamo: sono le 10.55 e
l'autobus passa alle 11.08.


Non avremmo mai immaginato che quei 15 minuti avrebbero potuto cambiarci la giornata.


Mentre attendiamo l'autobus, i tizi vicino a noi ridono, scherzano e mangiano (provocando in Pea una fame acuta tanto da "mo' vado là e glie stacco a morsi quel dolcetto al cioccolato"), io mi sporgo dalla pensilina per vedere se arriva l'autobus, e uno dei tizi mi chiede se posso fargli la foto. Ha l'aria un po' gaya, ma non sono certo il tipo che classifica un persona al primo sguardo!

Fatta la foto, rientro nella mia postazione di vedetta, e uno del gruppo mi approccia: "ho visto che avete una cartina..siete turiste?" "sì, vogliamo andare a Downtown a visitarla un po'" "aaah...lo sapete che oggi c'è la parata Gay a Downtown?"

O_O

Panico

O_O

"ah, grazie, che figata!" "si, andateci, è fighissima, vi divertirete" "ok, lo faremo di certo!"

Ci accorgiamo che non mente appena arriva l'autobus: la clientela è "variegata", e offre spunti a me e a Pea per una piacevole chiacchierata xD ...il colore dominante è il rosa, ma l'arcobaleno va per la maggiore!
Il nostro tour viene interrotto a un certo punto da un vociare confuso: la parata!!! Una mirade di persone si apre per far passare il bus, che ci lascia poco più in là: da lì Nordstrom, il luogo dell'appuntamento con Graziella, dista 5 minuti.

5 minuti di un giorno senza Gay Parade.

La strada è letteralmente invasa da omini e donnine urlanti e molto, molto gaye che, coloratissime, si sbracciano e salutano, e i temibili cellerini (4 poliziotti appollaiati su una camionetta) osservano la scena ridendosela a non finire :D
La parata in realtà è un'operazione di marketing coi controfiocchi: rappresentant
i gay di tutti i negozi di Seattle sfilano con i loro carri (macchine e furgoni addobbati a festa) lanciando collanine colorate e gadgets vari con il loro marchio. Su ogni carro, poi, c'è un numero per poterlo votare nel contest che si terrà.

Neanche a dirlo, Nordstrom è dall'altra parte della strada -.-

Io e Pea, sappiamo bene che dobbiamo attraversare, ma come si può perdere uno spettacolo così??
Perciò rimediamo due adesivi tipicamente gay-lover, scattiamo fotina e ci catapultiamo dall'altra èarte per il nostro tranquillo appuntamento in una banale domenica mattina.

Le prove che i Peas sono diventate una coppia alternativa sono qui:

sabato 26 giugno 2010

Fallin' in love with UW

..un giorno, un solo giorno e si è presa il nostro cuore *_*

Lei, l'unica, la sola, con i suoi prati verdi, con la cartina per raggiungere i singoli edifici (!), con le persone che ti sorridono e sono sempre disponibili ("sei la benvenuta in biblioteca, torna quando vuoi, troverai ogni giorno un addetto diverso ma conoscerai nuova gente :)"), con la burocrazia ridotta a zero ("sarò felice di aiutarti, metterò il timbro che ti serve :)" ), con un Bookstore che è grande quanto due Feltrinelli a Via del Corso...lei, la UNIVERSITY OF WASHINGTON! *_*

E' stato un colpo di fulmine, un amore a prima vista...a cui ha fatto seguito un profondo senso di sconforto da "non voglio tornare nel mio Paese del terzo mondo! >.< ".

Già fedeli lettori, perché quando vedi come funzionano davvero le cose, ti senti proprio in un Paese del terzo mondo...tanto per cominciare, l'Ufficio Informazioni.

L'Ufficio Informazioni della UW è DAVVERO un ufficio informazioni. Il suo compito è di risolvere questioni serie ("dove possiamo ottenere una firma per presa visione della nostra presenza qui?") e meno serie ("dove possiamo comprare le meravigliose felpe della UW *_*??") e l'addetta di turno vi risponderà con la stessa identica gentilezza e disponibilità, e sorridendovi vi fornirà le indicazioni di cui avete bisogno, con tanto di cartina dell'ateneo (roba che la UW è grossa quanto Velletri -.-), invitandovi a tornare (A TORNARE!!) se doveste aver bisogno d'altro...un sogno!

Seguendo le indicazioni dell'U.I. arriviamo alla School of Law: sappiamo che la responsabile che cerchiamo è assente, ma rischiamo lo stesso, pronte a ricevere una porta in faccia...in Italia ci allenano a questo, e il rischio non ci spaventa! Spavalde entriamo nell'ufficio di una signora, che, sorridendo (ma che a Seattle c'hanno tutti una paresi facciale? o.O) ci chiede come può aiutarci.

Le spieghiamo cosa ci serve ("una firma che attesti il mio arrivo, per cortesia") e lei ci dice che non è l'addetta a farlo...lo immaginavamo, e siamo pronte ad alzare i tacchi quando'ecco..."vi accompgano in segreteria, lì troverete qualcuno di pù appropriato :) "....ci ACCOMPAGNA?!?! Non solo ci dice cosa fare ma CI ACCOMPAGNA?!?! ...c'è qualcosa che non va...questi seattleiani mi puzzano... 

Il gentilissimo signore della Segreteria (un ufficio che a Roma Tre è temuto come la peste) non solo firma, tutto contento di potermi aiutare (!) ma mi chiede se deve retrodatare il foglio, nel caso fossi arrivata prima ma non fossi potuta passare, e, dulcis in fundo,  INVIA IL FAX IN ITALIA AL POSTO MIO!!! O_O

...questi so' shock, c'è poco da fa'...

Risolti i miei dubbi, resta da andare in biblioteca per vedere se qualcuno rilascia un certificato di "presa visione" a Pea: omino gentilissimo ci sorride (resto dell'idea che abbiano una paresi facciale...) e ci dice "ma sì, non c'è problema, vieni quando vuoi, troverai più persone che lavorano in quest'ufficio ma così conosci gente nuova! Saremo felici di aiutarti! :) "

Siamo capitate nel paese dei Puffi e non l'abbiamo ancora capito...

...ma la ciliegina sulla torta è lui, il Bookstore: due piani di altezza per un'infinità in larghezza di accessori, vestiti, libri della UW!!!! *_*

Dalle felpe ai calzini, dalle matite alle bandane per cani, dai pon-pon alle coperte ai body per neonati...tutto quello che vuoi è viola e con una "W" che campeggia!

Questi sì che c'hanno capito tutto del merchandising...guardo la mia penna e la mia moleskine "Roma Tre" e realizzo che ho sbagliato continente...

...e siamo decisamente fallen in love with UW!! *_*

Quasi quasi mi faccio uno shampoo

Ci sono cose che si sanno, altre che si imparano. E Seattle in questo è maestra di vita.

Perché [a Seattle] capita di entrare in doccia e scoprire che quello che si credeva shampoo non fosse shampoo.... e di ripiegare sul bagnoschiuma.

Risultato? Avete presente i babybel? Si, dico i formaggini, quelli con la "buccia" di cera rossa... Avete presente la sensazione che vi lascia sulle mani? Esatto quella. La stessa identica sensazione che ho provato asciugandomi i capelli.

La crisi sembra rientrare a seguito di lavaggio con lo shampoo schultz che ha rischiato di farmi diventare color carota ma non ha prodotto effetti devastanti (quindi: non funziona).

venerdì 25 giugno 2010

Il mio Pea è un S.I.

Toronto, 24 giugno, 5.40 pm… La notizia sconvolge e arriva del tutto improvvisa: il mio Pea è un S.I.

Perché non basta una sveglia che suona all’alba, il traffico del mattino, un volo per Toronto partito in ritardo e una coincidenza per Seattle da perdere dopo 10 ore di volo. E non basta neanche una fila infinita al ritiro bagagli e un maledetto americano con la maglietta verde (ma NON verde-pea. Nrd.) che ci gufa tutto il gufabile del mondo perché abbiamo saltato due persone nella chilometrica fila (per poi saltare egli stesso TUTTA la fila facendosi meschinamente scudo con i figli piccoli. ari-Ndr.). Perché arrivate alla dogana US (e scusate se continuo a trovare l’esistenza di una dogana US in Canada un’assurdità) il mio Pea è stato bloccato da un omone cattivo che le ha dato una simpatica cartellina gialla con scritto sopra S.I.

Chiunque abbia Criminal Minds sa esattamente cos’è un S.I.: è un individuo sospetto! Peaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Ma da quando sei sospettaaaaaaaa?

Pea naturalmente era rilassata come nei migliori round Jessup e la Pea-solidarietà mi ha portato a finire volontariamente in una specie di purgatorio dantesco, accogliente come una sala sterile del dentista, dove i simpatici omini hanno controllato anche i miei pericolosissimi bagagli mentre io e Pea siamo rimaste ad aspettare per un tempo indefinito in compagnia di Mohammed, un giappo/coreano, un paio di ispanici e un’americana che piangeva disperata per motivi sconosciuti.

E se non fosse per l’ansia di Pea, l’incontro con la giustizia non sarebbe stato poi un granché preoccupante, eccetto per un piccolo, minuscolo particolare: il nostro volo partiva esattamente nel momento in cui eravamo sedute ad aspettare che l’omone della dogana chiamasse Pea.

Fatto sta che la fedina penale di Pea è ancora pulita e dopo languidi sguardi all’omone cattivo ha ottenuto il tanto agognato timbrino sul passaporto. E il nostro volo ha avuto la gentilezza di aspettarci… e di farsi aspettare. Per ben 4 ore. Con risultati devastanti.

In ogni caso, dopo altre 6 ore di volo (durante il quale Pea ha avuto la possibilità di sperimentare il kamasutra del sonno, assumendo posizioni ignobili pur di dormire 5 minuti) siamo arrivate a Seattle, dove un simpatico tassista di origine indiana o giù di lì ha usato il suo improbabile inglese per sfottere l’Italia eliminata ai mondiali. Che cù.

And the rest [will be] history.

A.

PS: Pea ancora non si è ripresa e sta delirando, non fate caso a quello che scrive…

Gaia nel Paese delle Meraviglie: DECAPITAAATELA!

C'era una volta una fanciullina bionda di nome Gaia che saltellava felice per i prati del Reame di Roma Tre, spensierata nella sua giovinezza e presa dai sui studi "sul sesso degli angeli" (cit.) D'un tratto un freddo giorno di febbraio incontrò un benveconiglio che strillava a gran voce e correva di gran carriera, e presa dalla curiosità iniziò a seguirlo: si ritrovò così in uno strano posto chiamato "Ufficio Mobilità Studentesca", a firmare strani fogli che parlavano del Castello di Seattle, nel Regno di Washington, laggiù nel Nuovo Mondo...

La fanciullina, spaesata, cercò il benveconiglio per avere qualche spiegazione in più, ma s'imbattè nella temibile Regina Zazà!

Zazà sosteneva di avere il dominio e il controllo assoluto sui viaggi per il Castello di Seattle, e la poverina non riusciva a spiegargli che lei si era limitata a seguire il benveconiglio, e non aveva idea di quale guaio avesse causato...Zazà non volle sentire ragioni, ed emanò un unico ordine: DECAPITAAAATELA!

A toglierla dai guai ci pensò la Brucadana, una strana abitante del Regno di Washington, che fece in modo di catapultare la fanciulla dritta al Castello di Seattle.

Il viaggio si presentava lungo e periglioso, ma la fanciulla ancora non poteva immaginare quanto...il vascello che doveva portarla nel Nuovo Mondo si presentò con un'ora di ritardo, e la traversata di 8 ore sembrava non finire più...ma questo era l'inizio della fine.

La Regina Zazà, infatti, non aveva dimenticato lo sgarbo: era intenzionata a trattenere la bionda fanciulla nel Reame di Roma Tre, e aveva disseminato i suoi scagnozzi ovunque!!

Non appena arrivata nel Regno di Canada, la fanciulla era pronta a passare il confine per l'Impero Statunitense, ma le guardie della Regina, sotto mentite spoglie, la bloccarono alla frontiera, etichettandola come "individuo sospetto"! La povera ragazza per fortuna non era sola: ad accompagnarla nel lungo viaggio per sfuggire a Zazà c'era la Peagatta, una felina assai furba, che condivise con lei questi momenti di reclusione e profondo sconforto.

Dopo mezz'ora di attesa, però, ecco sbloccarsi la situazione: non solo la fanciullina viene riconosciuta innocente, ma ecco che il vascello per portarla nell'Impero, vascello che stava rischiando di perdere, ha un LIEVE ritardo, dunque correndo la fanciullina e la Peagatta riusciranno comunque a saltarvi sopra!

Con il fiato in gola e senza dormire da 20 ore, le due avventuriere giungono all'imbarco...dove scoprono che il vascello ha 4 ore di ritardo...ancora opera di Zazà!!

Ma le nostre non hanno intenzione di dargliela vinta: attendono impavide che il vascello sia pronto e, dopo aver caricato i loro bagagli, sono pronte a partire alla volta del Nuovo Mondo!

Dopo 5 interminabili ore di viaggio, 27 ore senza dormire, 18 senza mangiare e puzzando come le Ostrichette Curiose, la fanciullina e la Peagatta arrivano finalmente nel Regno di Washington, e si godono un meritato riposo...ma non bisogna abbassare la guardia: Zazà è una nemica pericolosa!

(FINE CAP.1)